image

Arezzo, agosto duemilaquindici. Paolo Benvegnù e subito dopo Fast Animals and Slow Kids: innamorarsi del cantante/chitarrista come una sedicenne e urlare al vento viva il rock, il blues e pure il punk con la birra in mano, il sorriso tatuato in faccia e le scarpe comode, piene di rughe per i salti durante i concerti, tutti. Sono sempre le stesse. Pure io sono sempre io ma non ho più paura, è quello il fatto: non ho più paura. E guardo il cielo, le stelle e nel blu, in quello più profondo mi ci voglio tuffare, chi se ne frega se fa male, si vive una volta e la vita deve fare male, deve fare male perché non avrebbe senso il contrario. Non avrebbe senso arrivare alla fine senza ferite e calci in faccia, senza un motivo per guardarsi indietro alla fine di tutto e dire “diamine, guarda cosa ho fatto per arrivare qui, quante strade percorse, quante sbagliate, quante bellissime, tutte meravigliose”.

Datemi l’ennesimo calcio in faccia, non avrò mai più paura.