Possiamo restare svegli senza occhi aperti per giorni, vivere la nostra vita assopiti dalle vicende, persi nel sapore aspro delle giornate nere, da addolcire, con qualcosa che non ci faccia distorcere il viso dal disgusto, possiamo tastare le pareti nel buio più profondo per non perdere i punti di riferimento, per non andare allo sbaraglio, possiamo provarci davvero ad accontentarci di quello che ci viene gettato addosso senza controbattere, senza guardare a fondo sul serio, probabilmente sarebbe anche più facile ma quello che verrebbe dopo sarebbe un vuoto, indomabile. Perché non conta un cazzo quanto riesci a stare in equilibrio su ste corde sospese e labili della vita, prima o poi, anche un misero filo di vento può buttarti fuori strada: è la verità, la verità che chiama, la verità che grida “OH!” e non puoi non ascoltare quella voce perché dopo di lei il riassestamento è precoce. Basta un attimo per aprire gli occhi, per sgranare l’iride e vederci chiaro, tutto si sistema e, ad effetto domino, tutte le cose che non reggono crollano: vanno via le persone false, vanno via le situazioni sbagliate, vanno via le persone sbagliate, vanno via le cose che non nutrono l’anima di quel qualcosa che ti fa sentire vivo e pieno di voglia di vivere e pulsare, giorno dopo giorno, minuto dopo minuto. Quello che resta è un canto alla vita, uno sguardo ai panorami migliori, all’anima che urla, vibra, dentro e fuori, agli incontri, agli scontri, alle idee, alla fusione di colori.

InstaShot_20150628_133554